Lo Zampone nasce a Mirandola
La nascita dello zampone avviene attorno al 1511
In quel tempo le truppe di Papa Giulio II Della Rovere assediano Mirandola.
Alla fine dell’assedio i mirandolesi erano alla fame. Restavano loro soltanto dei maiali. Non macellarli era un peccato: significava regalarli al nemico, ormai prossimo ad entrare in città.
L’idea giusta venne ad uno dei cuochi di Pico della Mirandola, “Macelliamo gli animali, e infiliamo la carne più magra in un involucro formato dalla pelle delle sue zampe. Così non marcirà, e la potremo conservare. Per cuocerla più avanti”. E così nacque lo Zampone. L’originalità della forma consacrò la fortuna di questo prodotto nei secoli successivi.
Museo della Xilografia a Carpi
Non tutti sanno che proprio a Carpi, nelle sale del prestigioso palazzo dei Pio, fra le altre sedi museali, c’è anche una dedicata alla Xilografia Italiana. Poco noto anche l’inventore di questa tecnica artistica, ovviamente un carpigiano: Ugo da Carpi.
Il tesoro di Nonantola
Nell’Abazzia di Nonantola si nasconde uno dei più importanti tesori delle cattedrali italiane.
Per prima cosa c’è da sapere che durante il medioevo questa abbazzia fu uno dei centri di pellegrinaggio più importanti d’Italia, ma anche di tutta Europa. Qui erano infatti conservate importantisisme reliquie tessili che vennero ritrovate solo nel 2002.
L’oggetto più prezioso? È la Santa Croce di Gesù, contenente il più grande frammento della croce su cui venne ucciso Gesù. Non solo, potete infatti trovare anche il braccio di San Silvetro.
Le origini del nome Concordia
Esistono varie ipotesi sul nome di Concordia sulla Secchia, forse la città prese il nome da un accordo fra le città di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova e Ferrara, stipulato nel 1360, che sanciva la deviazione del fiume Po; in virtù di questa alleanza, diedero al paese il nome di Concordia (accordo), situato appunto sulla Secchia. Un’altra ipotesi vede il nome da ricondursi alla Rocca di Concordia, così chiamata a ricordo della “pace e buona concordia con tuti li suoi nemici”, ai tempi dei Pico.
Articolo a cura di Luca Nacchio
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