Le torri modenesi da vedere visitando Modena | Visita Modena4 min read

Alte, rotonde o vestite di bianco, no, non stiamo parlando di donne, ma di torri. In particolare di quelle modenesi: splendidi esempi architettonici arrivati fino ai nostri giorni, abbellendo di storia le nostre città. Oggi vi portiamo a scoprirne 4 – Articolo a cura di Luca Nacchio 

“Sagra” di Carpi 

Torri
Foto di InCarpi – Turismo Comune di Carpi

Nella rinascimentale Carpi, fra le tante meraviglie dell’epoca, si staglia verso il cielo, una delle torri più alte e belle dell’intera provincia modenese, denominata torre della Sagra: alta 49.50 metri, 117 gradini, 600 mila mattoni,quasi 800 anni di vita …si presenta imponente nella sua intatta struttura romanica con linee architettoniche usuali all’area padana e lombarda costruita interamente in laterizio con parchi inserti in marmo nella parte alta. La torre possedeva antiche campane trecentesce e quattrocentesche poi refuse. Attualmente ne conserva solo tre: la mezzana  fusa da Pietro Solani di Parma nel 1726 che porta le immagini dei Santi protettori di Carpi; la minore è del 1588; la grande è moderna.

Attualmente non si effettuano aperture al pubblico, come la tradizionale apertura notturna di ferragosto, poiché sono previsti interventi di consolidamento strutturale.

Torre Ghirlandina 

Torri
Foto Angelo Nacchio

Con i suoi 89,32 metri, si proietta verso l’alto la torre Ghirlandina, il simbolo della città di Modena. La Ghirlandina è stata battezzata dai modenesi con questo vezzeggiativo per il doppio giro di balaustre che incoronano la guglia, “leggiadre come ghirlande”.

Edificata come torre campanaria del Duomo, la torre ha tuttavia rivestito fin dalle sue origini un’importante funzione civica: il suono delle sue campane scandiva i tempi della vita della città, segnalava l’apertura delle porte della cinta muraria e chiamava a raccolta la popolazione in situazioni di allarme e pericolo. Le sue possenti mura custodivano la cosiddetta “Sacrestia” del Comune, dove erano conservati i forzieri, gli atti pubblici e oggetti di alto valore simbolico come la celebre trecentesca “Secchia rapita” (ora qui esposta in copia). Questo vile e supremo oggetto di contesa tra modenesi e bolognesi nell’infuriare della storica battaglia di Zappolino (1325), è stato reso celebre dall’omonimo poema eroicomico di Alessandro Tassoni.

L’esterno della Ghirlandina è caratterizzato da un ricco apparato scultoreo e da un rivestimento lapideo per il quale è stato utilizzato materiale di reimpiego proveniente da Mutina romana, come è stato dimostrato dalle indagini scientifiche effettuate durante la recente campagna di restauro iniziata nel 2007 e terminata nel 2011. All’interno della Ghirlandina, al quinto piano si trova la cosiddetta stanza dei Torresani, un tempo abitata dai custodi della torre, nella quale si possono ammirare degli importanti capitelli. La Ghirlandina, insieme al Duomo e a Piazza Grande, dal 1997 fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelata dall’UNESCO.

Torre dei Bolognesi 

Torri
Foto Frafuzzy

A Nonantola, nell’angolo nord est del giardino Perla Verde si erge la Torre dei Bolognesi, oggi sede del Museo di Nonantola, dedicato alla storia della città. Alta 38,13 metri è il complesso meglio conservato della possente struttura di mura e fossati destinata alla difesa di Nonantola tra il 1200 e il 1300.

La torre si trova ancora oggi all’interno di un perimetro quadrato di mura munite di feritoie. La porta attuale, al piano terra, è frutto di una ristrutturazione seicentesca: quella originaria, infatti, era posta ad alcuni metri da terra ed era munita di un ballatoio dal quale i soldati controllavano il transito sulla strada sottostante ed azionavano le macchine dei ponti levatoi.

Sicuramente affascinante la vista dal Belvedere, il punto più alto della torre, che premette di spaziare sul paesaggio da ogni punto cardinale. Il Museo di Nonantola racconta la storia della comunità locale da oggi alla preistoria in un percorso a ritroso nel tempo scandito su quattro piani e sulla base di tre fili conduttori: lo sviluppo della comunità, la trasformazione del territorio e lo strettissimo legame tra il popolo e la sua terra.

 

Torre di Lavacchio

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Foto Comune di Pavullo nel Frignano

A Pavullo nel Frignano, in località Lavacchio, si erge una torre di altissimo pregio, recentemente ristrutturata, faceva parte del sistema difensivo assai articolato raccordato a Monteobizzo e Gaiato e costituisce un classico esempio di torre-vedetta con funzioni segnaletiche e di presidio sull’antica strada che collegava Modena a Pistoia e sulle sottostanti vallate del Lerna e del Budrio. La struttura, ascrivibile al secolo XI, è assolutamente priva di finestre fatta eccezione per l’ultimo piano: l’unica apertura sulla parte inferiore è costituita da un portale sopraelevato.

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