Terremoto Emilia | La bassa modenese prima del terremoto5 min read

A distanza di cinque anni dal terremoto che colpì le terre della pianura modenese (e non solo), vogliamo rivisitare quei luoghi storici, e pieni di fascino esattamente come erano, con alcune foto in Creative Commons dal sito Città d’arte Emilia Romagna.

Rocca Estense di San Felice sul Panaro 

La Rocca Estense di San Felice sul Panaro - Terremoto
La Rocca Estense di San Felice sul Panaro prima del sisma – Foto Luciano Mantovani

 

 È il principale monumento di San Felice, splendido esempio di architettura medioevale emiliana.

La posizione strategica fra le terre modenesi, mantovane, ferraresi e bolognesi e la vicinanza ai centri di Mirandola e Carpi fecero della rocca una fra le più interessanti “macchine da guerra”, baluardo del potere estense in area padana.

“Castrum” citato dal 927, probabilmente sorto per difesa dagli Ungheri, dopo il 1340 passò agli Este di Ferrara che vi costruirono la rocca. Oggetto di dispute fra i Pio di Carpi e i Pico di Mirandola, fu riconquistato dagli Este che ai primi del ‘400 lo fortificarono.

D’impianto quadrilatero, la rocca si strutturò per fini bellici, con torri angolari e un poderoso mastio; costituiva il cuore del complesso difensivo del borgo, un tempo circondato da un fossato e da mura. Non fu mai dimora estense, ma sede di guarnigione militare e dei fattori ducali; dal 1870 è proprietà comunale.

Lesionata dal sisma del maggio 2012, è completamente inagibile in seguito al crollo della copertura del corpo centrale e di diverse torri. Anche il bordo medievale è stato gravemente colpito.

Torre Civica di Novi di Modena 

Torre Civica di Novi - Terremoto
Torre Civica di Novi di Modena prima del Sisma – Foto Saxi82

Sulla centrale piazza Primo Maggio si erge la Torre civica, ora detta “dell’orologio”. Risalente alla prima metà del 1700, fu concepita all’ingresso sud dell’antico borgo. A doppia cella campanaria, la torre, era in origine priva di merli e presentava due soli quadranti. Verso la fine degli anni ’20 venne ristrutturata dall’architetto novese Pietro Pivi e dotata dei caratteristici quattro quadranti.

Al suo interno era conservata una campana donata alla comunità di Novi da Alberto Pio nel 1523 che al momento, a seguito dei sismi del maggio 2012 che hanno fatto crollare la torre, è conservata presso il municipio temporaneo.

             

Torre dei Modenesi a Finale Emilia

                       

Torre dei Modenesi - Terremoto
Torre dei Modenesi o dell’Orologio di Finale Emilia – Foto “Dove Vivo”

  

passerà alla storia come Rocca piccola. Nel 1526, per concessione ducale, fu posto sulla torre l’orologio pubblico.
Al suo interno era custodita la più grande campana di bronzo di Finale, deputata ad avvertire la popolazione in caso di pericolo, come gl’incendi e le piene del fiume Panaro.

Nell’Ottocento la torre dell’orologio venne dichiarata monumento nazionale; negli anni sessanta del Novecento subì un importante restauro a seguito di un incendio sviluppatosi al suo interno. Realizzata probabilmente nel 1213, in seguito alla rifondazione del castrum di Finale ad opera del Comune di Modena, la torre dei Modenesi di Finale Emilia faceva parte delle mura della città, a nord del canale Naviglio.

Il primo documento che ne attesta l’esistenza risale al 1306, quando il Comune di Modena deliberò di apportare migliorie alle fortificazioni di Finale.

La realizzazione di una torre lignea denominata barbacane davanti a quella dei Modenesi e il loro collegamento con un ponte, porterà alla successiva evoluzione in una struttura difensiva fortificata che passerà alla storia come Rocca piccola. La notte del 20 maggio 2012, data del primo sisma, ha visto crollare l’intera parte sommitale della torre dei Modenesi e circa due terzi della struttura restante.

Ma è con la seconda scossa del 29 che anche la parte ancora in piedi è collassata interamente. I primi interventi adottati hanno avuto lo scopo di mettere in sicurezza ciò che era rimasto attraverso la rimozione delle parti murarie pericolanti e lasciando, come unico elemento superstite, il basamento della torre per un’altezza di circa 5 m.

Un attento lavoro di rimozione e catalogazione delle macerie, effettuato grazie all’impegno di funzionari, specialisti e volontari, ha consentito anche il rinvenimento di alcuni interessanti reperti archeologici.

 

Duomo di Mirandola e Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore 

Duomo di Mirandola - Terremoto
Duomo di Mirandola e Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore – Foto Luca Rigato

Il Duomo è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 20 maggio 2012, mentre le navate e il tetto sono completamente crollati con la scossa del 29 maggio 2012.

Il campanile è anch’esso pericolante: presenta molte crepe a partire dal “primo anello”, risultate ancora più evidenti dopo il lieve movimento sismico del 3 giugno 2012 che ha interessato di nuovo la medesima zona.

L’interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d’altare di Sante Peranda. Il campanile è alto 48 metri. La parte inferiore è tardo-quattrocentesca. Nel XVII secolo fu rialzato e nel 1888-1889 fu rifatta la guglia terminale.

Castello delle Rocche  di Finale Emilia  

Castello delle Rocche di Finale Emilia - Terremoto
Castello delle Rocche di Finale Emilia – Foto “Castelli di Modena”

Sull’antica via fluviale del Panaro verso il Po e l’Adriatico, al confine dei territori di Modena, Bologna e Ferrara, la Rocca estense costituisce un interessante esempio di architettura militare di pre-transizione. Riedificata da Giovanni da Siena, tra il 1425 e il 1435, su un antico fortilizio sorto intorno a una torre risalente al 1213, era il fulcro dell’impianto difensivo del castrum tardo medievale, grazie alla sua predisposizione per l’impiego efficace di un gran numero di artiglierie a polvere.

Questo sistema, di origine duecentesca, fu ammodernato, su indicazione di Nicolò III d’Este, dall’architetto militare Bartolino Ploti da Novara che, nei primi vent’anni del ‘400, riedificò la Rocca piccola intorno all’antica Torre dei Modenesi e ristrutturò il perimetro difensivo con possenti mura e larghi fossati.

Il Castello è stato duramente lesionato dal sisma del maggio 2012, che ha atterrato il mastio e danneggiato le altre tre torri.

Dopo la messa in sicurezza, nella primavera del 2013 ha riaperto la Sezione Archeologica dei Musei Civici, nel settore sud del Castello, esponendo anche i reperti – dardi di balestra, antichi oggetti quotidiani e di vestiario – recuperati negli scavi presso la Torre dei Modenesi, crollata.

Ringraziamo “Castelli di Modena” – “Comune di Novi di Modena” per le preziose informazioni

Articolo redatto da Luca Nacchio

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