A distanza di anni dal terremoto in Emilia del 2012 che colpì molti paesi della pianura modenese, vogliamo riportarvi in alcuni dei luoghi che sono entrati nell’immaginario collettivo in quei tragici momenti. Alcuni di questi dopo anni di lavori, sono tornati al loro massimo splendore. Altri, aspettano ancora la ricostruzione.
Rocca Estense di San Felice sul Panaro
Fortezza che viene citata come “Castrum” già dall’anno 927. Probabilmente costruito dagli Ungari, per difesa. Dopo il 1340 passò alla famiglia Este di Ferrara, che vi costruirono la rocca. Negli anni a seguire, saranno i Pio di Carpi e i Pico di Mirandola a contendersi questo luogo, a cui seguiranno dispute per decenni, prima di essere nuovamente riconquistato dagli Este che ai primi del ‘400 lo rendono a tutti gli effetti una una fortezza inespugnabile, con fortificazioni e torri.
D’impianto quadrilatero, la Rocca di San Felice si strutturò per fini bellici. Con torri angolari e un poderoso mastio che costituiva il cuore del complesso difensivo del borgo, un tempo circondato da un fossato e da mura. Non fu mai dimora estense, ma sede di guarnigione militare e dei fattori ducali; dal 1870 è proprietà comunale.
Lesionata dal terremoto che ha sconvolto l’Emilia nel 2012, rimane completamente inagibile in seguito al crollo della copertura del corpo centrale e di diverse torri. Anche il bordo medievale è stato gravemente colpito.
A gennaio 2018 è stato presentato il progetto di restauro della rocca. Ad oggi è in corso di restauro.
Torre Civica di Novi di Modena
A Novi di Modena, sulla centrale piazza Primo Maggio si erigeva la Torre civica, conosciuta anche come Torre dell’Orologio. Risalente alla prima metà del 1700, fu concepita all’ingresso sud dell’antico borgo.
A doppia cella campanaria, la torre, era in origine priva di merli e presentava due soli quadranti. Verso la fine degli anni ’20 venne ristrutturata dall’architetto novese Pietro Pivi e dotata dei caratteristici quattro quadranti.
Al suo interno era conservata una campana donata alla comunità di Novi da Alberto Pio nel 1523.
Ad oggi, a seguito delle scosse del maggio 2012 che hanno fatto crollare la torre, la campana è conservata presso il municipio.
A distanza di 10 anni da quei tragici giorni, sono partiti i lavori di ricostruzione della torre. Dovrebbero terminare (condizionale d’obbligo in questi casi) nel corso del 2024.
Torre dei Modenesi a Finale Emilia
Nel cuore di Finale Emilia, invece, si erigeva, prima di quei giorni terribili di maggio 2012, la Torre dei Modenesi: una piccola torre a forma di rocca, conosciuta per l’appunto con il nome di “Piccola Rocca”.
Da alcuni documenti rinvenuti, si attesa che sia stata realizzata intorno agli inizi del 1300, in seguito alla rifondazione di alcune fortificazioni di Finale ad opera del Comune di Modena, entrò a far parte delle mura della città, a nord del canale Naviglio.
Nel 1526, per concessione ducale fu posto in cima la torre l’orologio pubblico. Al suo interno era custodita la più grande campana di bronzo di Finale Emilia, deputata ad avvertire la popolazione in caso di pericolo, come gli incendi e le piene del fiume Panaro.
Nell’Ottocento la Torre dei Modenesi venne dichiarata monumento nazionale. Negli anni sessanta del ‘900 subì un importante restauro a seguito di un incendio sviluppatosi al suo interno.
Ma è il 2012, l’anno che la segnerà per sempre. Le forti scosse del 20 e 29 maggio, prima in parte poi completamente, mettono a terra questo antico monumento.
Dopo quei terribili giorni, un attento lavoro di rimozione e catalogazione delle macerie, effettuato grazie all’impegno di funzionari, specialisti e volontari, ha consentito anche il rinvenimento di alcuni interessanti reperti archeologici.
A ottobre 2019 è stato realizzato uno studio di fattibilità per la sua ricostruzione, a cui si sono aggiunte indagini geologiche e archeologiche.
Duomo di Mirandola
A Mirandola, a farne maggiormente le spese nei giorni del terremoto del 2012 fu il Duomo, gravemente danneggiato dalla scossa del 20 maggio, con le navate e il tetto completamente crollati definitivamente con la scossa del 29 maggio.
Anche il campanile aveva subito notevoli danni. Infatti presentava molte crepe a partire dal “primo anello”, risultate ancora più evidenti dopo il lieve movimento sismico del 3 giugno 2012.
Duomo che al suo interno presenta tre navate con volte a crociera costolonate e conserva pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri. Tra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d’altare di Sante Peranda. Il campanile è alto 48 metri. La parte inferiore è tardo-quattrocentesca. Nel XVII secolo fu rialzato e nel 1888-1889 fu rifatta la guglia terminale.
Il 21 settembre 2019, dopo 7 anni di lavori, il Duomo di Mirandola con il suo bel campanile, vengono nuovamente (e finalmente) restituiti alla comunità mirandolese.
Castello delle Rocche di Finale Emilia

Finale Emilia è per tutti simbolo di quei terribili giorni del 2012. Non a caso si trovano proprio in questo comune luoghi e monumenti maggiormente coinvolti dal terremoto. Sempre in questo comune, uno degli edifici coinvolti da crolli è il Castello delle Rocche: antico castello, costruito nel 1402 su di una più antica struttura fortificata, quasi certamente un’antica porta di accesso alla città medioevale, su ordine del marchese Nicolò III d’Este che ne affidò i lavori al già noto architetto militare Bartolino Pioti da Novara.
Un fossato lo circondava su tre lati, mentre sul quarto lato il fiume costituiva un naturale elemento di difesa del castello, che esercitava uno stretto controllo sul passaggio fluviale.
Nel 1425 vengono abbattute parte delle cortine merlate sul lato del fiume, gli interni e gli esterni vengono affrescati. Divenne di proprietà comunale nel 1864, e dal 1896 il castello fu sottoposto ad una prima serie di importanti interventi di restauro e consolidamento. Fino ad arrivare alla metà del ‘900 utilizzato come carceri mandamentali. Intorno agli anni ’80 viene intrapreso il progetto di restituire funzionalità pubblica all’edificio.
Castello delle Rocche di Finale gravemente danneggiato dal sisma del maggio 2012, che ne ha atterrato il mastio e danneggiato le altre tre torri.
Dopo la messa in sicurezza, nella primavera del 2013, ha riaperto la Sezione Archeologica dei Musei Civici, nel settore sud del Castello, esponendo anche i reperti – dardi di balestra, antichi oggetti quotidiani e di vestiario – recuperati negli scavi presso la Torre dei Modenesi, crollata.
A ottobre 2019 è stato realizzato uno studio di fattibilità per il recupero funzionale del corpo strutturale del Museo cittadino e delle tre torri angolari.
In diretta su TRC del 29 maggio 2012, la scossa di terremoto che causò ulteriori danni alle strutture nel modenese.
Alcuni luoghi del modenese dopo il terremoto










Articolo a cura di Modena&Dintorni