È il Re indiscusso delle tavole modenesi, gran cerimoniere di tutte le sagre e feste di paese che da sempre rallegrano i nostri luoghi. Mangiato con i salumi o “pucciato” nel cappuccino la mattina presto. Difficile e quasi impossibile diremmo noi, visitare Modena e dintorni senza imbattersi nel capolavoro di pasta rigonfia di bolle che è “il” Gnocco Fritto: vero stemma araldico della cucina modenese nel mondo.
Dai bar nei centro città alle periferie, trattorie sperdute o anche rinomate, passando per le classicissime osterie o moderni ristoranti, non esiste un luogo con cucina nel modenese, che non abbia esperienza con questo prodotto tanto buono quanto semplice da fare.
In questo articolo vi racconteremo la sua storia, come si fa, e perché qui da noi a Modena si dice “il” Gnocco e non “lo” Gnocco.
“Il” e non “lo”
Partiamo dalle basi, quindi, partiamo dalla pronuncia: a Modena e dintorni l’articolo che nella parlata locale viene associato da sempre al tradizionale Gnocco Fritto è “il” e non “lo”. Non è corretto direte voi.
Ovviamente si, avete ragione. La versione grammaticalmente corretta in italiano è senz’altro quella con l’articolo “lo”. Ma allora perché noi modenesi inorridiamo quando sentiamo qualcuno dire “lo Gnocco Fritto” invece che “il Gnocco Fritto”?
Perché in dialetto modenese si pronuncia “al gnoc frèt”. Dunque per una trasposizione dal dialetto all’italiano, l’articolo che si mette davanti a Gnocco Fritto da “al” diventa “il”, e la “legge” è presto scritta.
Una “libertà” linguistica che noi modenesi sappiamo essere errata, ma che difendiamo a spada tratta. Tanto da arrivare a scomodare la prestigiosa Accademia della Crusca, che si espressa più volte sull’annosa vicenda, di cui riportiamo il commento:
“Dal punto di vista grammaticale, non ci sono dubbi su quale sia la forma corretta, che è lo gnocco. Ma la frase va letta nel suo contesto, come succede per tante altre espressioni della lingua italiana, perché in molti dialetti si può utilizzare e si utilizza nella parlata il gnocco”
La Storia
La storia di questo gustoso cibo popolare si fa risalire molto indietro nel tempo. Si pensa che siano stati i Longobardi a diffonderlo. La cucina Longobarda, infatti, si presentava prevalentemente ricca di carni animali. Per disporre maggiori scorte di cibo, si usava ricavare lo strutto dal tessuto adiposo dei suini, per poi utilizzarlo nella realizzazione di un pane povero d’ingredienti ma allo stesso tempo nutriente, saporito e particolarmente energetico.
Questo particolare tipo di pane si è poi diffuso nel territorio emiliano, fino a diventare un alimento fondamentale nelle colazioni e nei pasti invernali dei contadini locali più poveri fino agli anni ‘60. Dove il Gnocco Fritto ha rappresentato uno dei cibi basilari della popolazione modenese e emiliana in generale.
Oggi, viene assaggiato, gustato e divorato ovunque sulla Via Emilia: dai piacentini che lo chiamano chisolini (o chisulèn in dialetto piacentino), ai parmigiani che per loro è la classica torta fritta. I reggiani, che concordano con i modenesi, mettendolo in menù anche loro come Gnocco Fritto. Fino ad arrivare alle porte di Bologna, dove storicamente viene chiamato crescentina.
La Ricetta
Ingredienti per 4 persone
- 500g Farina di grano tenero tipo “0”
- 250ml Acqua
- 30g Strutto raffinato
- 1g Bicarbonato
- q.b. Sale
Per la frittura
- Strutto
Preparazione
Raccogliete in una ciotola questi ingredienti: farina, sale, acqua, strutto e bicarbonato nelle proporzioni che vi abbiamo indicato in precedenza. Impastate il tutto fino a ottenere un composto ben legato. Diventato liscio ed elastico, avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare per 30 minuti.
Stendete l’impasto con il matterello su un piano di lavoro, portando la pasta ad uno spessore di circa 4-5 mm. Con una rotella tagliapasta ricavate tanti rettangoli o rombi.
Una volta pronti, friggete i piccoli rettangoli di pasta, pochi alla volta, in una casseruola con abbondante strutto girandoli da entrambi i lati fino a quando saranno ben gonfi. Scolateli con un mestolo forato e fateli asciugare brevemente su carta da cucina. Servite quindi il Gnocco Fritto ben caldo con salumi e formaggi, ovviamente modenesi!
Articolo a cura di Modena&Dintorni