Sono dolci della tradizione modenese a base di mandorle, che hanno conservato nel tempo le caratteristiche di genuinità e fragranza delle “cose fatte in casa”. Parliamo degli Amaretti di Modena, gustosi dolci d’altri tempi.
Storia
I primi amaretti morbidi furono probabilmente preparati a Spilamberto, comune della provincia di Modena. Ogni casa aveva un proprio metodo di preparazione dell’impasto e questo spiega perché gli amaretti erano leggermente diversi da una famiglia all’altra.
La produzione commerciale iniziò verso la metà dell’ottocento, sempre a Spilamberto e nei primi anni del novecento gli amaretti comparvero anche nei negozi di Modena.
Gli amaretti sono presenti nel ricettario di Ferdinando Cavazzoni, credenziere di casa Molza e nel ricettario Melloni 1886, ripostiere della corte di Modena, oltre che in numerose altre pubblicazioni più recenti.
Amaretti di Modena o di Spilamberto?
Appaiono come dischi di 4-8 cm di diametro, rugosi e leggermente bombati. Caratterizzati da un accattivante sapore dolce-amaro e da un invitante profumo di mandorle e zucchero, risultano ben cotti e friabili all’esterno ma racchiudono all’interno una pasta morbida e ancor più fragrante. Si diversificano nel risultato della cottura, l’amaretto di Modena è più secco, mentre quello di Spilamberto rimane più morbido.
La base per la preparazione degli amaretti è costituita da mandorle amare e dolci, da zucchero o miele e da albume montato a neve ma ogni famiglia e ogni pasticcere conserva e tramanda una propria ricetta in cui possono variare gli ingredienti minori, le dosi e i metodi di preparazione.
La cottura poi è un momento particolarmente delicato in quanto i dolcetti, per esaltare al massimo il loro sapore, devono risultare dorati al punto giusto, ossia avere assunto il colore tipico della crosta di pane.
Tratto da “Provincia di Modena . Sapori di Modena”