Dialetto Modenese – Il detto “Arvèrs damand na bràtta”2 min read

Modi di dire, usanze popolari e frasi divenute celebri nel tempo. Tutto questo nella rubrica a cura di Gianluca Bellentani e Modena&Dintorni. 

Oggi scopriamo il modo d’uso del termine “Arvèrs damand na bràtta”.

Cappello
Capello

 

Arvèrs damand na bràtta ( ROVESCIO COME UNA BERRETTA ) Un tempo, quasi tutti gli uomini usavano il cappello, in particolare gli anziani. Le ragioni erano diverse.

Lo si usava d’estate come riparo dal sole e in inverno per tenere calda la testa. A differenza di oggi che và di moda, ci si vergognava di avere pochi capelli o della pelata e lo si voleva nascondere.

Era anche per il fatto che, non lavandosi spesso, la cute era sporca e unta. Ricordiamo inoltre che il cappello lo si toglieva e lo si abbassava per riverenza di fronte al passaggio di un qualche signorotto ma anche per cavalleria di fronte ad una signora oppure come segno di rispetto al passaggio di un feretro.

I cappelli erano di tipo diverso: vi erano quelli a falda larga, quelli che si vedevano sugli spaventapasseri. Alcuni erano come quelli tornati di moda in questi ultimi anni, alti e stretti in superficie, solo da appoggiare al capo.

Erano di paglia o di feltro, a seconda della temperatura esterna. Poi vi erano le berrette ( el bràtti ), che variavano come composizione di tessuto a seconda della stagione.

Mentre tutti gli altri cappelli venivano messi sul capo dalla parte anteriore della testa e poi abbassati, per le berrette ( così come per i cappellini con grandi visiere che usiamo oggi ), il movimento per indossarli era contrario, cioè lo si infilava dalla parte della nuca e poi lo si abbassava. Ecco quindi del perché si usa dire ‘’ arvèrs damand nà bràtta ‘’ per indicare qualcuno che non fa le cose nel giusto modo, cioè a rovescio.

Rubrica di dialetto modenese a cura di Gianluca Bellentani e Modena&Dintorni.

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