Curiosità nei Dintorni: I 4 alberi monumentali del modenese4 min read

“C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”; così
Warren Buffett definì così, qualche tempo fa, gli abitanti delle foreste e dei boschi, ma anche dei giardini. Si perché molti degli alberi secolari -anche nella nostra provincia- si trovano nei giardini di case e ville storiche.

In questo articolo vi vogliamo far conoscere 4 alberi super centenari, che per fortuna, ancora oggi abbelliscono e rendono maestosi i nostri parchi e giardini.

 

Il “Pinone ” di Pavullo

Pinone di Pavullo nel Frignano - Alberi
Il Pinone – Foto Luca Nacchio

Il maestoso esemplare di Cedro del Libano, chiamato dai pavullesi “Pinone” è situato nel Parco Ducale e ne è il simbolo. Messo a dimora dal giardiniere tedesco Carlo Huller che disegnò e realizzò il parco per il Duca Francesco IV, presenta una circonferenza di circa m. 5.50 ed un altezza di m. 38. La specie, originaria del medio oriente, venne introdotta in Europa nel 1683. In Italia i primi esemplari furono piantati nel 1787 nell’Orto Botanico di Pisa. Oggi è molto diffuso nei giardini per il suo bellissimo portamento e per il tronco potente, ramificato fin da basso. Il suo legno è forte ed estremamente durevole.

Gli antichi egizi distillavano dal legno un olio particolare che usavano per l’imbalsamazione dei defunti. In epoca biblica, per la sua solidità e durevolezza, il legno del cedro era spesso usato per la costruzione di templi e palazzi. Si ricorda che durante l’ultima guerra, il Pinone ha corso il rischio di essere abbattuto dai soldati tedeschi per ricavarne legna da ardere; tale intenzione fu scongiurata dall’intervento dell’allora podestà Ghibellini. La collocazione di questo esemplare al limite del superiore del prato del Parco Ducale, favorisce la percezione a distanza di tutta la sua mole: Citato tra i cento monumenti vegetali più importanti d’Italia.

Ad inizio 2015 questo maestoso albero venne danneggiato da una violenta nevicata.

Il Leccio di Modena 

Leccio di Modena -Alberi
Leccio – Foto Gazzetta di Modena

Nel centro di Modena c’è un albero strano. E’ un Leccio, ed nella lista degli alberi monumentali della città, solo che, a differenza dei normali monumenti, nessuno va a vederlo e fotografarlo come si fa con le chiese e le statue, né conosciamo con precisione la sua storia. Dopotutto – per quanto monumentale – è solo un albero. Non è nemmeno il più grande o il più vecchio in città, però è particolarmente bello.

Quello di via Selmi, per quanto ne sappiamo, non ha mai preso un fulmine in vita sua, almeno per ora. In confronto ad altri lecci quasi millenari (in Sicilia ce n’è uno che ha 700 anni) quest’albero è ancora un bambino: dovrebbe avere circa 120 anni. L’altezza è di circa 15 metri, il diametro della chioma di 30 metri e la circonferenza ad altezza d’uomo è di 270 cm. I rami sono molto lunghi, e infatti hanno richiesto l’intervento dei tecnici comunali, i quali, nel loro linguaggio poetico, mi spiegano che “vista la mole dei rami e la conformazione della chioma globosa, l’albero è stato sottoposto ad un consolidamento con cavi dinamici al fine di evitare rotture di branchee e scaricare la massa arborea”.

Leggetevi l’articolo integrale di Martino Pinna su notemodenesi.it

L’Olmo più vecchio d’Italia

Olmo - Alberi
Olmo – Foto Cristina Crovetti

Con i 470 anni di età che gli sono attribuiti, l’Olmo Montano (Ulmus glabra Huds.) di Casa Mordini è considerato l’Olmo più vecchio d’Italia, ed uno dei più vecchi in Europa. Non solo, poiché le sue dimensioni, 6,80 metri di circonferenza per 25 metri di altezza, ne fanno probabilmente anche il più grande esemplare della specie nella nostra penisola.
Il nostro albero vive nel Comune di Pievepelago, a circa 200 metri dalla rotabile che sale verso il Lago Santo, appena oltrepassato il piccolo nucleo abitato di Tagliole, in una minuscola borgata che prende il nome di Casa Mordini. E’ uno dei 150 alberi italiani considerati di eccezionale valore storico o monumentale nel Censimento degli Alberi Monumentali C.F.S. del 1982.

L’Ippocastano Sofia a Guiglia

Ippocastano Sofia - Alberi
Ippocastano – Foto Mirko Corsi

a Rocca Malatina, in comune di Guiglia, sempre nel modenese, c’è uno dei più begli ippocastani d’Italia. In ricordo di una dolce creatura Femminile, gli venne dato il nomignolo di Sofia. La pianta, in poco più di 100 anni, ha raggiunto circa 25 metri di diametro di chioma, ma è soprattutto la sua bellezza e l’armonia delle sue linee a farla oggetto di ammirazione da parte di numerosi visitatori. Proprio per l’ampiezza e il riparo offerti dalla sua chioma l’albero venne utilizzato, nel corso della seconda guerra mondiale, da un reparto tedesco dell’Afrika Korps in ritirata, prima come deposito di munizioni e successivamente come scuola all’aperto per radiotelegrafisti.

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