“C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”; così Warren Buffett parlava dell’importanza degli alberi in un tempo non molto lontano. E più passa il tempo, e più questi abitanti verdi, sono importanti per qualsiasi territorio. Compreso il nostro, dove risiedono alcuni degli alberi monumentali più importanti e incredibili da fermarsi ad ammirare. Alcuni di questi alberi secolari vivono non solo in boschi e grandi paesaggi, ma anche in giardini di case e ville storiche.
In questo articolo vogliamo farvi conoscere 4 alberi super centenari, che per fortuna ancora oggi abbelliscono e rendono maestosi i nostri parchi, giardini, borghi e città.
Il “Pinone ” di Pavullo
Il primo si trova nel cuore dell’Appennino Modenese. Più precisamente al Parco Ducale di Pavullo nel Frignano. E l’esemplare, è un maestoso Cedro del Libano soprannominato affettuosamente “Pinone” dai pavullesi, che lo considerano il simbolo indiscusso del paese a tutti gli effetti.
La sua storia parte da lontano. Si pensa infatti che fu messo a dimora dal giardiniere tedesco Carlo Huller che disegnò e realizzò il parco per il Duca Francesco IV quasi 200 anni fa. Ne studiò anche la collocazione al limite superiore del prato del Parco Ducale, per favorirne la percezione a distanza di tutta la sua mole.
Talmente bello e imponente con la sua circonferenza di circa 5.50 metri per un’altezza di 38 metri, da essere citato anche nella guida ai cento monumenti vegetali più importanti d’Italia.
La specie, originaria del medio oriente, venne introdotta in Europa nel 1683. In Italia i primi esemplari furono piantati nel 1787 nell’Orto Botanico di Pisa. Oggi è molto diffuso nei giardini per il suo bellissimo portamento e per il tronco potente, ramificato fin dal basso. Il suo legno è forte ed estremamente durevole. Gli antichi egizi distillavano dal suo legno un olio particolare che usavano per l’imbalsamazione dei defunti. In epoca biblica, per la sua solidità e durevolezza, il legno del cedro era spesso usato per la costruzione di templi e palazzi.
Del “Pinone” di Pavullo si ricorda anche che durante la seconda guerra mondiale, rischiò l’abbattimento da parte dei soldati tedeschi. Che lo volevano tagliarlo per ricavarne legna da ardere. Tale intenzione fu scongiurata dall’intervento dell’allora podestà Ghibellini.
Scampato ai danni della Seconda Guerra, deve purtroppo cedere alle intemperie del meteo; ad inizio 2015, viene danneggiato da una violenta nevicata, che ne rovina la chioma. In parte per fortuna recuperata negli anni a seguire grazie al lavoro di esperti arboricoltori.
Ad oggi, nonostante i danni subiti, questo splendido monumento verde del nostro Appennino è ancora lì che si lascia ammirare in tutta la sua maestosità. E lo farà ancora per gli anni avvenire. Visitatelo!
Il Leccio di Modena
Il secondo albero monumentale si trova nel centro storico di Modena, nel complesso di San Paolo in Via Selmi. Si tratta di un bellissimo Leccio, presente nella lista degli alberi monumentali della città.
In confronto ad altri lecci quasi millenari (in Sicilia ce n’è uno che ha 700 anni) quest’albero è ancora un bambino: dovrebbe avere circa 120 anni. L’altezza è di circa 15 metri, mentre il diametro della chioma è di 30 metri.
Nonostante non sia vecchissimo per la sua specie, è particolarmente apprezzato per la sua clamorosa bellezza. Al punto che negli anni si è pensato anche di dedicargli il cortile dove risiede. Infatti il luogo è conosciuto come il “Cortile del Leccio“.
La sua bellezza proviene dai rami molto lunghi. Talmente lunghi, che richiede puntualmente l’intervento dei tecnici del Comune di Modena, che lo curano e proteggono da anni come un bene di prima importanza.
Ora che lo conoscete, potete organizzare una gita per venirlo a vedere.
L’Olmo più vecchio d’Italia
Il terzo albero monumentale ha addirittura 470 anni! Si tratta dell’Olmo Montano (Ulmus glabra Huds.) dell’Appennino Modenese. Ed è considerato l’Olmo più vecchio d’Italia, ed uno dei più vecchi in Europa.
Non solo, poiché le sue dimensioni, 6,80 metri di circonferenza per 25 metri di altezza, ne fanno probabilmente anche il più grande esemplare della specie nella nostra penisola.
E non a caso è presente nella lista dei 150 alberi italiani considerati di eccezionale valore storico o monumentale nel Censimento degli Alberi Monumentali C.F.S. del 1982
Si trova nel Comune di Pievepelago, a circa 200 metri dalla rotabile che sale verso il Lago Santo, appena oltrepassato il piccolo nucleo abitato di “Le Tagliole“, in una minuscola borgata che prende il nome di Casa Mordini.
Uno straordinario esemplare, che dovete assolutamente venire a visitare!
L’Ippocastano Sofia a Guiglia
Il quarto e ultimo albero monumentale si trova lungo la strada provinciale 623 che porta a Roccamalatina, nel comune di Guiglia. Ed è uno dei più belli e importanti Ippocastani d’Italia. Il suo nome “Sofia” è in ricordo di una dolce creatura femminile.
In poco più di 100 anni, la sua chioma ha raggiunto circa 25 metri di diametro. Proprio per l’ampiezza e il riparo offerti dalla sua folta “capigliatura” l’albero venne utilizzato, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, da un reparto tedesco dell’Afrika Korps in ritirata, prima come deposito di munizioni e successivamente come scuola all’aperto per radiotelegrafisti.
Oggigiorno, questo rigoglioso esemplare di Ippocastano è oggetto di ammirazione da parte di numerosi visitatori, che sostando nella vicina strada che porta in paese, né ammirano il cambiamento di forme e colori della sua chioma al cambio di stagione.
Non a caso, è ritenuto uno dei monumenti verdi più rappresentativi del nostro territorio, che come per gli altri splendidi esemplari descritti in questo articolo, vi consigliamo di venire a vedere!
Foto Leccio di Andrea Scardova – Foto Olmo di Federico Lugli
Foto copertina, “Pinone” e Ippocastano Sofia di Nacchio Brothers
Articolo a cura di Modena&Dintorni