Dialetto Modenese – Il detto “Essere un Galbèder… a Mòdna”2 min read

Modi di dire, usanze popolari e frasi divenute celebri nel tempo. Tutto questo nella rubrica a cura di Gianluca Bellentani e Modena&Dintorni. 

Oggi scopriamo il modo d’uso del termine “Essere un Galbèder… a Mòdna“.

Rigogolo, Bellentani, Modena&Dintorni, Uccello
Essere un Galbèder… a Mòdna. Uno dei più bei componenti dell’avifauna italica, è senza dubbio il Rigogolo ( Oriolus, oriolus ). E’ un uccello di medie dimensioni e peso ( 22 cm per 70 g ) di origine africana che, in primavera, sceglie il nostro Paese per nidificare. Ha colori bellissimi e lucenti ( il maschio molto più marcati della femmina ) ed è inconfondibile, col suo piumaggio giallo lucente e le ali e la coda nere. Predilige vivere nei boschi o nelle zone molto piantumate ed è ghiotto di vermi e frutti dolci ; proprio per questa sua predilezione, viene erroneamente chiamato Beccafico, che invece è un altro tipo di uccello. E’ diffuso su tutto il territorio nazionale ( tranne che in Sardegna ) e per questa ragione, viene chiamato in modo diverso nei vari dialetti. Nel modenese e nell’ Emilia è conosciuto col nome di Galbèder. Stranamente però, a Modena, la parola Galbèder viene associata al termine facilone, di poco ingegno. Quando si vuol dire a qualcuno che ha fatto le cose in modo superficiale per inezia o per stupidità, gli si dice ‘’ Tè pròpria un Galbèder ‘’. La ragione di questo accostamento, deriva dallo strano modo che il Rigogolo ha di costruire il proprio nido. Mentre gli altri volatili lo costruiscono su un ramo rigido e interno, il Rigogolo lo costruisce invece sulla punta biforcuta di un qualche ramo esterno. A differenza degli altri nidi che risultano fissati, il suo assomiglia di più ad una sorta di amaca. Il suo nido non è certo meno stabile degli altri anzi…. Proprio per essere meno rigido come costruzione, subisce meno la forza del vento ma, nella credenza popolare di un tempo, il costruire qualcosa senza una solida base equivaleva a fare le cose in modo superficiale. Da qui il modo di dire…

Rubrica di dialetto modenese a cura di Gianluca Bellentani e Modena&Dintorni.

Lascia un commento